SISMA- BONUS, CLASSE SISMICA, DETRAZIONI: COME ORIENTARSI?

Recentemente è stata introdotta la detraibilità fiscale per le opere di miglioramento sismico degli edifici:    il “Sisma Bonus ”  e la classificazione sismica.  Ma di cosa si tratta?

Cercheremo  di fare una panoramica utile a comprendere il quadro normativo e  vantaggi che si possono usufruire  allorquando si decide di  ristrutturare la casa o lo stabilimento, o se  si vuole soltanto conoscere il livello di sicurezza antisismica del proprio bene immobiliare (anche senza l’effettuazione di lavori)  attraverso  la  sua “classificazione sismica” .

La classificazione sismica è stata recentemente definita  attraverso classi di rischio, cioè  una scala che determina il comportamento che l’edificio dovrebbe tenere in caso di terremoto.

Le linee guida emanate dal Ministero, per la classificazione sismica degli edifici forniscono al professionista una metodologia per definire le classi di rischio sismico degli edifici esistenti, prima e dopo gli eventuali interventi antisismici.

Grazie alla valutazione del rischio sismico sarà possibile comprendere quali sono gli interventi e i costi per consentire alla struttura di avvicinarsi al grado di sicurezza previsto dalla norma. Inoltre, il proprietario avrà gli strumenti per comprendere se e come intervenire, oppure abbattere e ricostruire.

Proprio in funzione della classe di rischio viene definita l’entità del sisma-bonus previsto dalla legge di Bilancio 2017.

Sono previste, infatti, inoltre “maxi detrazioni” fiscali nei seguenti casi:

  1. Detrazione al 70% qualora gli interventi antisismici consentano il passaggio ad una classe di rischio sismico inferiore.
  2. Detrazione al 80% qualora gli interventi antisismici consentano il passaggio a 2 classi di rischio sismico inferiore.
  3. Detrazione al 75% qualora gli interventi antisismici siano relativi a parti comuni di edifici condominiali e consentano il passaggio ad una classe di rischio sismico inferiore.
  4. Detrazione al 85% qualora gli interventi antisismici siano relativi a parti comuni di edifici condominiali e consentano il passaggio a 2 classi di rischio sismico inferiore.

Anche le spese tecniche per la classificazione e la verifica sismica  dell’immobile sono detraibili.

Con questo strumento, si spera che avrà finalmente inizio il processo di riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale con l’obiettivo principe di prevenire catastrofi come quelle che purtroppo stiamo vivendo in questi giorni.

L’ITALIA , LA SISMICITA’, IL NOSTRO PATRIMONIO IMMOBILIARE.

L’Italia è una nazione cosparsa di piccoli Borghi e costruzioni storiche-monumentali. Spesso anche il costruito che non ha rilevanza architettonica è comunque inserito in contesti di Centri Storici  o aggregati aventi una precisa identità; ritengo per questo non corretto fare similitudini -come spesso avviene- con la situazione immobiliare di altri paesi quali per esempio il Giappone. E’ infatti utile tenere presente che la caratterizzazione del nostro tessuto e costruito storico è uno dei principali motori del nostro turismo.

La vera sfida, pertanto non è e non sarà quella di  mettere in sicurezza il Paese, dal momento che abbiamo già buone tecnologie  costruttive a riguardo, ma quello di avere il buon gusto e la sensibilità di trovare  un giusto compromesso effettuando  interventi di messa in sicurezza tali da non snaturare la nostra storia immobiliare .

Le nostre abitazioni spesso non hanno requisiti di sicurezza tali da garantirne la tenuta dinnanzi ad eventi sismici ed occorreva uno strumento legislativo che incentivasse la prevenzione.

Infatti, secondo una stima ANCE al 2012 in Italia sono presenti circa 7 milioni di costruzioni realizzate prima del 1971: tali costruzioni possono considerarsi tutte non antisismiche in quanto  le prime normative sono state introdotte nel 1974.

A questo patrimonio immobiliare, pari al   al 60% del costruito sul territorio nazionale, vanno aggiunte tutte quante le costruzioni realizzate dopo il 1974 ma non conformi alle nuove regolamentazioni antisismiche del 2008.

Questo significa che la stragrande maggioranza del patrimonio immobiliare italiano (oltre il 90%) ad oggi ed in caso di un sisma potrebbe subire danni.

Il ” Sisma bonus 2017 ” nasce appunto con l’obiettivo di incentivare la prevenzione e la messa in sicurezza del patrimonio edilizio sia pubblico che privato attraverso un meccanismo di premialità in funzione del miglioramento della classe sismica che si ottiene con l’intervento.

Vediamo come:

Per gli interventi di ristrutturazione emessa in sicurezza degli edifici situati in zona sismica 1, 2 e 3 è possibile detrarre dall’Imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) o dall’Imposta sul reddito delle società (IRES) le spese, sostenute dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre2021, in percentuale variabile in relazione alla classe di rischio sismico raggiunta in seguito ai  lavori.

Chi intende mettere in sicurezza e ristrutturare la propria abitazione, deve sapere in primo luogo   in quale zona sismica  si trova l’edificio oggetto d’intervento,  dal momento che il territorio italiano   è  diviso in quattro zone a seconda della pericolosità sismica.

·         Zona 1 – Sismicità alta: è quella a più alta pericolosità sismica, dove cioè si possono verificare forti terremoti e comprende 708 comuni, tra cui quelli dove si sono registrati gli ultimi terremoti più forti (Abruzzo, Friuli, Campania, Calabria, Marche, Lazio) [PGA oltre 0,25g.]

·         Zona 2 – Sismicità media [PGA fra 0,15 e 0,25g], vi rientrano 2.345 Comuni in cui potrebbero verificarsi terremoti abbastanza forti;

·         Zona 3 – Sismicità bassa  [PGA fra 0,05 e 0,15g], vi rientrano i Comuni che potrebbero essere soggetti a terremoti modesti.

·         Zona 4 – Sismicità molto bassa [PGA inferiore a 0,05g], è la meno esposta al verificarsi di eventi sismici.

 

Le zone ove si può fruire del Sisma Bonus , come anticipato, sono la 1-2-3, pertanto è esclusa la zona 4 con sismicità molto bassa. (La Valtiberina  , dove risiedo , è in zona 2) .

I parametri di sicurezza antisismica da raggiungere variano quindi in funzione di dove si trova l’edificio in questione:  ogni Comune ha la sua classificazione rispetto alla zona sismica in cui è ubicato , che sarebbe bene conoscere (Il Comune di Sansepolcro (Ar) ,  ha un PGA di 0,22g).

Con quali strumenti pertanto si  può conoscere il livello di sicurezza di un edificio?

La necessità di avere uno strumento efficace ed intuitivo che permetta di vedere con un semplice dato la qualità dell’edificio in termini di resistenza alle azioni sismiche ha portato alla nascita del “certificato di classificazione di rischio sismico”.

Questo nuovo strumento da poco entrato in vigore permetterà efficacemente ed intuitivamente di capire il livello di sicurezza dell’immobile che abbiamo dinnanzi:  dovrà necessariamente essere attestato dai professionisti sulla base delle Linee guida per la classificazione sismica degli edifici emanate dal Ministero.

Il documento prodotto dal professionista avrà la seguente struttura grafica:

Il certificato di classificazione del rischio sismico è quindi molto simile all’ormai noto ” Attestato di Prestazione Energetica” , sarà composto da 6 classi di rischio sismico, dalla A alla F ed individuerà intuitivamente il reale livello di sicurezza dell’edificio.

Ritengo che questo documento  avrà delle notevoli ricadute in termini di differenzazioni di valore economico fra gli immobli ,   ancor prima dell’effettuazione di qualsiasi intervento   di messa in sicurezza , dove gli edifici con alto rischio sismico avranno inevitabili crolli di appetibilità commerciale.

FORMA DEL BONUS E SPESE AGEVOLATE:

il Sisma Bonus permette di portare in detrazione  Irpef gli interventi a seconda:

1.       Della tipologia d’immobile che abbiamo.

2.      Della classe di rischio sismico entro cui l’edificio potrà trovarsi dopo l’intervento.

TIPOLOGIA MONOFAMILIARE

  •    Il Sisma Bonus spetta a chi esegue interventi di miglioramento sismico su edifici singoli ubicati nelle zone ad alto rischio sismico  più alto: zone 1, 2 e 3.
  •    Il limite massimo della detrazione è di 96mila euro .
  •  La durata del sisma bonus  è di 5 anni.
  •  La detrazione Irpef  parte  dal 50%, qualora gli interventi proposti non siano sufficienti a migliorare il livello di sicurezza di almeno una classe , (per esempio se non si riesce a passare da una classe”F” ad una classe “E”).
  • La detrazione Irpef potrà arrivare fino al 70% nel caso di miglioramento di una classe,  fino ad un massimo dell’80% nel caso di miglioramento di due classi.
  •  E’ prevista la possibilità di cessione dei crediti a soggetti terzi  (sebbene non sia stato ancora chiarito in che modalità).
  • Sono detraibili anche le sole spese tecniche di classificazione e verifica sismica degli immobili.
  •  Spetta sia ad immobili adibiti ad abitazione principale, secondaria che ad attività produttiva.

TIPOLOGIA  EDIFICI CONDOMINIALI

  • Spetta a chi esegue interventi di miglioramento sismico sulle parti comuni degli edifici ubicati nelle zone ad alto rischio sismico  più alto, zone 1, 2 e 3.
  •    La durata del sisma bonus  è di 5 anni.
  •  Il limite massimo della detrazione è di 96mila euro moltiplicato per il numero delle unità di ciascun edificio.
  • La detrazione Irpef  parte  dal 50%, qualora gli interventi proposti non siano sufficienti a migliorare il livello di sicurezza di almeno una classe , (per esempio se non si riesce a passare da una classe”F” ad una classe “E”).
  •  La detrazione Irpef potrà arrivare fino al 75% nel caso di miglioramento di una classe,  fino ad un massimo dell’85% nel caso di miglioramento di due classi.
  •  E’ prevista la possibilità di cessione dei crediti a soggetti terzi, sebbene non sia stato ancora chiarito in che modalità;
  •  Sono detraibili anche le sole spese tecniche di classificazione e verifica sismica degli immobili.
  • Spetta sia ad immobili adibiti ad abitazione principale, secondaria che ad attività produttiva.

Sono inoltre detraibili le spese per:

  •  La progettazione degli interventi;
  • Le prestazioni professionali richieste dalla realizzazione dei lavori;
  • La messa in regola degli edifici ai sensi del DM 37/2008 sugli impianti elettrici e della Legge 1083/1971 sugli impianti a metano;
  •  L’acquisto dei materiali;
  •  Perizie, sopralluoghi, relazioni di conformità;
  •  Iva, imposte di bollo, rilascio di autorizzazioni;
  • Oneri di urbanizzazione.

IL PROGETTO GUIDA DELLA VALTIBERINA TOSCANA: IL CONTRIBUTO REGIONALE.

La Regione Toscana con delibera di Giunta del 19 Dicembre 2016, ha approvato un progetto guida, da realizzarsi in particolare nella Valtiberina Toscana ove gli interessati potranno usufruire di un contributo regionale per le opere di miglioramento sismico ( a partire da €100\mq fino a € 200\mq).

Maggiori dettagli sono nel mio articolo:

Contributi a fondo perduto per edifici privati in Valtiberina Toscana

CONCLUSIONI:

Il “Sisma bonus” è un opportunità.  E’ estesa a molte zon03e  d’Italia e anche alle seconde case e ai siti ed attività produttive ( il bonus per le ristrutturazioni , invece era solo per persone fisiche) la leva verte sul fatto che il cittadino è stimolato ad andare nella direzione di ottenere una maggiore  riduzione  del rischio sismico, fondamentalmente per tre principali aspetti:

  • sicurezza personale
  •  maggiore detrazione fruibile
  • l’appetibilità economica dell’immobile.

pertanto oltre ad un prevedibile impatto nella prevenzione sismica,  (quindi anche sociale) rappresenta un possibile volano di ripresa per l’economia nazionale del settore edile.

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