Con un pizzico d’orgoglio, da un po’ di tempo quando prendo l’auto e vado verso la zona del Melello, vedo la nuova “Ferramenta Dini”.
Ho avuto “l’onere” di traghettare il vecchio negozio di Vico, fino a nuova vita : e non è stato affatto semplice.
Quando qualche anno fa, direttamente da Roma, la società di leasing proprietaria dell’immobile , mi affidò l’incarico di fare in modo di renderlo nuovamente “agibile” per poterlo immettere nel mercato ebbi molte perplessità: sembrava un immobile fantasma, un malato terminale. Rientrai in quel negozio che per me da bambino rappresentava una sorta di “paese dei Balocchi”. Ero da solo ed intorno trovai un immane quantità di rifiuti. Ebbi una bruttissima sensazione, lo ritrovavo depredato di ogni cosa.
Anche la situazione documentale ed urbanistica non era delle migliori. Non avevo niente in mano. E non pensavo si potesse rimettere tutto in fila.
Iniziai, rimettendo in ordine le cose burocratiche, le carte: ho riaperto le vecchie concessioni, trovando anche qualche “firma” a me cara.
In seguito venne deciso, di provvedere alla pulizia di tutto quello che era rimasto dentro: quell’immane quantità di materiali, ormai rimasti rifiuti che ha comportato circa due settimane di lavoro a due imprese specializzate.
Poi , si è delineata la possibilità che qualcuno potesse investirci nuovamente, con una nuova attività, che poi è arrivata e che ha saputo ridare luce a questo immobile che è e rimane un pezzo di storia e di vita per molti borghesi.